Regia: Katia Bernardi
Collaborazione di: Pierluigi Siena
Riprese: Rudy Concer
Copyright: Provincia Autonoma di Bolzano
Anno: 2001
Durata: 15′
L’ufficio Cultura Italiana Provincia Autonoma di Bolzano presenta un’altra iniziativa per capire l’arte attraverso un percorso guidato.
Alberto Burri (Città di Castello 1915 – Nizza 1995)
Interventi: Pier Luigi Siena, Chiara Sarteanesi è direttrice della fondazione Burri, Città di Castello
Inizia a dipingere durante la prigionia in Texas e rientrato in Italia nel 1946 abbandona la precedente professione di medico, per dedicarsi completamente alla pittura.
Dopo una prima esperienza figurativa inizia a realizzare opere astratte in cui i materiali particolari (muffe, catrami, smalti, sabbie, oli) si aggiungono al colore dandogli una nuova dimensione tattile e reagendo differentemente all’incidenza della luce. Nel 1951, firma con Capogrossi, Colla, Ballocco il manifesto del gruppo “Origine” inserendosi nelle nuove problematiche informali. Nel 1950 utilizza per la prima volta, vecchi sacchi di juta sbrindellati e rattoppati, quel materiale che durante la prigionia gli era servito da supporto per la sua pittura e che ora acquista una propria autonomia espressiva. Piatte stesure di colore, in variazioni molteplici, si giustappongono alla trama ruvida di cuciture e pezzature di sacchi da spedizione o lembi di tele più sottili. (Sacco, 1952: Città di Castello, Fond. Albizzini; Grande Sacco, 1952; Roma, GNAM) Si impone allÂ’attenzione internazionale a partire dal 1952, con la partecipazione alla Biennale di Venezia: Lucio Fontana acquista una delle due opere esposte, Studio per uno strappo.
Nel 1956 presenta un nuovo ciclo di lavori: Le Combustioni. In queste opere i materiali pittorici, plastici (Le Plastiche) e i sottili strati di legno (I Legni) sono deformati con il fuoco subendo una trasformazione espressiva. Al volgere degli anni Sessanta presenta i Ferri (Ferro Grande, 1958, Houston, MFA) in cui, nonostante la difficoltà di lavorazione di tali materiali riesce a recuperare ad una dimensione pittorica anche vecchi barattoli. A partire dagli anni Settanta, Burri opera in direzione di una rarefazione dei materiali e dei mezzi tecnici e formali in favore di soluzioni monumentali con I Cellotex, opere in acrilico su segatura pressata per uso industriale e con I Cretti, terre sintetiche e vinavil.
Successivamente inizia a realizzare complessi organismi ciclici, a struttura polifonica. (Il Viaggio, Città di Castello, 1979; Orti, Firenze, 1980; Sestante, Venezia, 1983, Il nero e L’Oro, Città di Castello, 1993) Nel 1981 si è aperto a Città di Castello il Museo Burri presso palazzo Albizzini, che nel 1989 acquista gli Ex Seccatoi dei Tabacchi, complesse architetture industriali, trasformate in contenitore ideale per i grandi cicli pittorici di Burri, molti dei quali donati dall’artista a Città di Castello.