Regia: Katia Berardi
Collaborazione di: Pierluigi Siena
Riprese: Rudy Cocer
Copyright: Provincia Autonoma di Bolzano
Anno: 2001
Durata: 15′
L’ufficio Cultura Italiana e la Provincia Autonoma di Bolzano presenta un’altra iniziativa per capire l’arte attraverso un percorso guidato.
Nino Franchina (Palmanova 1912 – Roma 1987)
Interventi: Pier Luigi Siena, Gina Severini – moglie di N. Franchina
Nato a Palmanova, in Provincia di Udine, si trasferisce con la famiglia, di origine siciliana, a Palermo dove nel 1934 si diploma all’Accademia di Belle Arti.
Dopo le prime esperienze in campo figurativo, a partire dal 1935, per circa un decennio, la scultura di Franchina si sviluppa in direzione di un potente linguaggio plastico basato su elementi arcaici e primitivi.
Assieme a Guttuso, Barbera e Noto da vita al Gruppo dei Quattro e trasferitosi a Milano viene in contatto con Corrente, partecipando assiduamente alle attività del movimento. Nel 1939 si trasferisce a Roma e partecipa alla III Quadriennale dove espone alcune terracotte tra cui Ritratto di mia madre (1935).
Durante gli anni Quaranta, Franchina soggiorna spesso a Parigi dove assorbe ed elabora gli stimoli culturali ed artistici della capitale francese. Già dalla seconda metà del decennio, rivela un’apertura verso un linguaggio più sintetico, non tralasciando le suggestioni di forme originarie, insieme all’esperienza di tutta una linea di scultura, da Brancusi, direttamente osservato a Parigi, a Laurens, Adam e Moore.
In una carrozzeria di Bolzano, nel 1950, crea sculture di forte dinamismo come Fuoriserie in grigio e nero (1951), Ala rossa (1951), Murale policroma (1952), utilizzando ferro, lamiere, parti di automobili e pitture industriali. Sono opere realizzate con lamiere saldate tra loro, dalle superfici lisce e brillanti, verniciate con colori per auto in tinte forti, rosso, nero, blu.
Due anni dopo espone a Milano e Merano opere che segnano unÂ’ulteriore fase della sua ricerca: abbandona le superfici levigate, e le sostituite con assemblaggi di oggetti di uso comune trattando il ferro con una nuova asprezza, rivolgendosi ora a forme evocative, ora a forme emblematiche improntate ad una forte energia tutta informale.
Sono aggregazioni verticali di leghe metalliche ruvide e grezze, non più verniciate ma monocrome. Anche i titoli delle sue nuove opere Disegno nello spazio, Arabesque, Decorativa alludono ad una diversa ricerca di ritmi, non più volumetrici.
Tra il 1961 ed il 1970, Franchina sviluppa un tema ricorrente nella sua scultura, quello dei Paladini di Francia, con opere come la Battaglia di Roncisvalle (1970).
Negli anni successivi si dedica a costruzioni monumentali ed intensifica la sua partecipazione a mostre nazionali ed internazionali.