Una gondola per la vita

Sirio Film ha documentato l’ impresa di due eroici gondolieri veneziani: Vittorio Orio ed Enzo Liszka hanno raggiunto Calais da Dover remando ininterrottamente per quasi sei ore e mezza.

Le telecamere di Sirio Film hanno descritto passo passo tutta l’impresa. Le immagini sono destinate ad un documentario per promuovere la Fondazione Mario Baschirotto per la cura delle malattie rare.
«Non è stato peggio che in Bacino». Stanco, ma lapidario e sintetico, Vittorio Orio, sessantenne gondoliere dello stazio del Danieli, dopo aver concluso ieri assieme al suo amico Enzo Liszka l’impresa da Guinness: la traversata della Manica in gondola in sei ore e venti minuti. Una impresa tutta dedicata a Pietro Ghezzo e a tutti i bambini affetti da malattie rare per dare rilievo al progetto di ricerca sull’atrofia muscolare spinale dell’Associazione Mauro Baschirotto.
«Aspettavamo il momento giusto da una settimana – racconta Vittorio Orio – e l’altra sera le previsioni del tempo erano perfette. D’altra parte nei giorni precedenti non eravamo riusciti a trovare una barca appoggio». E il miracolo della barca appoggio si è concretizzato l’altro giorno in un tredici metri di proprietà di un trentanovenne australiano, Mike Stewart, che ha messo a disposizione dei due veneziani la sua barca e la sua esperienza. «Bel tempo e barca appoggio – continua Orio – non potevamo sperare di più. Abbiamo dormito nella barca di Mike, con il quale chiaramente siamo diventati amiconi e alle 6.30 siamo saliti in gondola e siamo partiti».
Nebbia fitta alla partenza da Dover, dalla darsena del Marina Yacht Club, ma mare calmo. Ventisei, ventisette palate al minuto. «Una vogata da Vogalonga” commenta ancora Vittorio. Ma ecco che dopo una decina di miglia si alza un fastidiosissimo vento di traverso e iniziano le onde, soprattutto quelle provocate dalle navi che numerose attraversano quotidianamente di prima mattina il canale. «Due navi russe – racconta ancora Orio – ci hanno salutato dando fiato alle sirene e noi abbiamo risposto al saluto. Comunque poi è andato tutto per il meglio. Io alla partenza temevo di affondare, invece ho scoperto che davvero è più difficile vogare in Bacino. Ad attenderci a Calais c’erano giornalisti e operatori di quattro televisioni. E’ stata davvero una bella e grande avventura».