Documentari

DOCUMENTARI D’ARTE: SEGANTINI, PLESSI, PALADINO, NITSCH…

Mimmo Paladino

Con: Tommaso Lonardi e Andrea Castelli
Regia: Luciano Happacher
Edizione: Italiana
Presentato a: Galleria civica d’arte contemporanea di Trento, giugno ‘92
Copyright: SIRIO FILM
Anno: 1992
Durata: 12′

“Opera, installazioni e disegni dell’artista beneventino della Transavanguardia. Un testo poetico di Giuseppe Conte accompagna le immagini dell’artista.”

Domenico Paladino nasce a Paduli, nei pressi di Benevento, il 18 dicembre 1948. Lo zio paterno, Salvatore, è pittore e lo avvia ad interessi artistici, che confluiranno nella frequentazione del Liceo Artistico di Benevento (1964-68).

Nel 1964 visita per la prima volta la Biennale di Venezia, rimanendo affascinato dai pop artisti americani.

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Mario Merz

Con: Mario Merz
Musiche: repertorio povero
Presentato a: Galleria civica d’arte contemporanea di Trento, febbraio ‘95 – Palazzo dei Cristalli, Praga, autunno ‘95 – Gugehneim, New York ’98
In vendita presso: Sirio Film
Regia: Luciano Happacher
Copyright: SIRIO FILM
Anno: 1991
Durata: 13′

“Ritratto del padre dell’arte povera occasionato dall’edificazione di un’opera, uno dei suoi celeberrimi igloo.”

(fonte foto: http://www.lucianomarucci.it)

Hermann Nitsch

Con: Hermann Nitsch
Collaborazione di: Peter Kasperak
Regia: Luciano Happacher
Musiche: Hermann Nitsch e Armando Franceschini
Presentato a: Galleria civica d’arte contemporanea di Trento, novembre ‘91
Edizione: musicale
Copyright: SIRIO FILM
Anno: 1991
Durata: 13′

“Le opere del più conosciuto artista e performer austriaco sono presentate in una visione di sintesi che permette un più facile accesso alla sua difficile opera.”

Enzo Cucchi

Con: Enzo Cucchi
Musiche: Tony Rusconi
In vendita presso: Sirio Film
Regia: Luciano Happacher
Copyright: SIRIO FILM
Anno: 1991
Durata: 21′

“Massimo esponente delle Transavanguardia, Enzo Cucchi ha dedicato parte della sua produzione alla città  di Roma che è qui presentata attraverso lo sguardo visionario dell’artista.”

Enzo Cucchi nasce nel 1949 a Morro D’Alba (Ancona). Pittore autodidatta, riceve già nei primi anni di attività numerosi riconoscimenti, sebbene all’epoca i suoi interessi siano maggiormente orientati verso la poesia, come testimoniano i frequenti incontri con il poeta Mino De Angelis, della rivista Tau. La piccola casa editrice La Nuova Foglio di Macerata – che pubblica scritti di artisti, tra cui il suo Il veleno è stato sollevato e trasportato, 1976 – è il tramite attraverso il quale conosce Achille Bonito Oliva, che giocherà un ruolo fondamentale nella sua carriera. Frequenti viaggi a Roma a metà degli anni ’70 risvegliano in lui l’interesse per l’arte visiva: ad essa si dedica completamente, accantonando la poesia, dopo il trasferimento nella Capitale. Qui entra in contatto con diversi artisti come Sandro Chia, Francesco Clemente, Mimmo Paladino e Nicola de Maria, con cui comincia a lavorare a stretto contatto stabilendo un forte rapporto intellettuale. Achille Bonito Oliva è il primo a individuare questa nuova generazione di artisti italiani degli anni ’70 come gruppo e conia per loro il temine Transavanguardia (apparso per la prima volta nella rivista “Flash Art”, n° 92-93 del 1979). La nascita ufficiale della Transavanguardia avviene alla Biennale di Venezia del 1980. Il termine vuole indicare l’arte di questa nuova generazione in seguito e in opposizione a quella che era stata l’Avanguardia degli anni ’60. Questi artisti non cercano più di creare disagio nello spettatore con tutti i mezzi possibili e di spingerlo ad andare oltre l’opera per comprenderla appieno. Non seguono quell’incessante ricerca di novità che non consentiva alcuna considerazione delle tradizioni del passato né di escogitare un linguaggio con cui affermare i propri orientamenti, in opposizione al sistema politico o di potere dominante e a valori sociali decrepiti. I membri della Transavanguardia possono non avere nulla in comune (eccezion fatta, ovviamente, per il paese d’origine) dal momento che ogni artista ha un proprio metodo di lavoro e non ci sono regole né forme espressive obbligatorie. Ciò nonostante possiamo trovare elementi unificanti come, ad esempio, i motivi d’ispirazione tratti da una realtà possibile e l’uso libero di passato e presente senza preclusioni ma con riferimenti aperti a tutte le direzioni, senza costrizioni od obblighi di inventare qualcosa di nuovo. Ogni artista ha trovato autonomamente a propria strada per creare immagini/opere come cifre di un sistema simbolico aperto, enigmi con una o più soluzioni. Cucchi radicalizza la pratica pittorica, prendendo la pittura come opportunità per accumulare e combinare diversi elementi, figurativi e astratti, espliciti e allusivi. Sviluppa un suo codice simbolico con forme suggestive per lo più legate in qualche modo al paesaggio, alle leggende e alle tradizioni della sua zona d’origine , ma che si esprimono anche attraverso una straordinaria ricchezza di colori. Ecco che dunque alcune opere possono evocare antichi miti e leggende, ma Cucchi li usa solo per esprimere sue sensazioni e immaginazioni. L’artista trae forza evocativa dalla natura, dalla storia e dalla cultura, che mostra in giocosa relazione col mondo attuale, usando “simboli” come un treno o un transatlantico e impiegando il colore come idea, espansione e gesto piuttosto che come sensazione pittorica. Cucchi concede alla sua immagine totale libertà di movimento in tutte le direzioni. Evocando stupore e confusione, l’artista non mira a classificare, valutare o dimostrare qualcosa: al contrario, il suo linguaggio pittorico può piuttosto essere posto in relazione solo con i suoi desideri, sogni e speranze, mentre nello stesso tempo si confronta con lo slancio verso l’anonimato e l’impersonalità. Le sue opere sono spesso accompagnate da poesie, alcune delle quali sono state pubblicate. Alla fine degli anni ’70, i lavori più originali di Cucchi si stagliano potentemente in una scena dominata dall’arte concettuale. Mario Diacono, critico e mercante d’arte, crede in lui ed espone sue opere in Italia e negli Stati Uniti. Dal 1979 Cucchi instaura un rapporto di collaborazione con il gallerista modenese Emilio Mazzoli, tra il 1981 e il 1985 con Gian Enzo Sperone, che espone spesso i suoi lavori nelle gallerie di Roma e New York, e , dal 1981, con Bruno Bischofberger a Zurigo, che lo rappresenta tuttora. Mentre il suo espressionismo sperimentale si afferma sulla scena internazionale, egli inizia ad ampliare la gamma delle tecniche dipingendo o disegnando direttamente su muro, utilizzando ceramica, mosaico o immagini dipinte come parti di sculture o attraverso la libera creazione di installazioni. Dall’inizio degli anni ’80, i riconoscimenti internazionali si susseguono. A parte le numerose esposizioni del gruppo della Transavanguardia, gli vengono dedicate mostre monografiche in gallerie, musei e spazi culturali di tutto il mondo. I vari interessi lo portarono oltre la semplice esposizione. Esegue sculture all’aperto per il Brueglinger Park di Basilea nel 1984 , per il Louisiana Museum di Humblebaek in Danimerca nel 1985, una fontana per il giardino del Museo d’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato nel 1988 e la Fontana d’Italia alla York University di Toronto. Tra il 1992 e il 1994 collabora con l’architetto Mario Botta alla costruzione della cappella sul Monte Tamaro, vicino a Lugano (Svizzera), dove progetta gli interni della struttura, in particolare l’altare maggiore e la decorazione murale per l’abside e la navata. Intrattiene uno stretto rapporto e un proficuo scambio con poeti e scrittori come Paolo Volponi, Goffredo Parise, Giovanni Testori, Ruggero Guarini, Alberto Boatto e Paul Evangelisti: lui illustra loro libri e loro scrivono sulla sua arte. Attivo anche nel campo della scenografia, disegna costumi e scene per produzioni come La Bottega Fantastica di Rossini e Respighi al Rossini Opera Festival di Pesaro e Penthesilea di Heinrich von Kleist, entrambi nel 1986, Tosca di Puccini al Teatro dell’Opera di Roma, dal 1990 al 1991, Funeral of the Moon di Pennisi a Ghibellina nel 1991 e un adattamento dell’Elogio della follia di Erasmo nel 1992. Nel 1996 disegna il sipario per il Teatro la Fenice a Senigallia. Oggi Enzo Cucchi vive e lavora a Roma e ad Ancona, luoghi di ispirazione per molteplici soggetti del suo lavoro.

(fonte: visitmuve.it)

Architettura e nuvole

Con: Annamaria Gelmi e Chiara Defant
Copyright: SIRIO FILM
Anno: 1988
Durata: 8′

Video d’arte sull’opera pittorica della pittrice trentina Annamaria Gelmi.

Adolf Vallazza

Copyright: SIRIO FILM
Anno: 1989
Durata: 11′

Video d’arte sull’opera e sulle installazioni dell’artista gardenese. Opera, installazioni e disegni dell’artista gardenese del legno.

(fonte foto: www.adolfvallazza.com)

Giovanni Segantini

Copyright: SIRIO FILM
Anno: 1989
Durata: 20′

Il filmato riguarda una delle figure di maggior spicco dell’arte italiana dell’Ottocento. La biografia storico-artistica di Giovanni Segantini è stata realizzata in Trentino, in Svizzera e a Milano, nei principali luoghi dove opera questo maestro del Divisionismo.

(fonte foto: wikipedia.org)

Arcangelo

Con: Arcangelo
Regia: Luciano Happacher
Edizione: Italiana
Presentato a: Caffè Floriani, Venezia, settembre ’91
Anno: 1991
Durata: 12′

“Opera, installazioni e disegni del famoso artista contemporaneo.”

Fabrizio Plessi

Con: Fabrizio Plessi
Regia: Luciano Happacher
Musiche: Michael Nyman
Collaborazione di: Centro Video Arte “Palazzo dei Diamanti” – Ferrara”
Presentato a: Museo, Düsseldorf (Germania) giugno ’91
Presentato a: Palazzo Liechtenstein, Vienna (Austria) ottobre ’91
Presentato a: 5° VideoFest ’92, Berlino (Germania) Vernissage Fabrizio Plessi
Edizione: Musicale
Copyright: SIRIO FILM
Anno: 1991
Durata: 15′

“Fabrizio Plessi è uno dei maggiori protagonisti al mondo nel settore delle installazioni di videoarte. Il video presenta unitariamente la sua produzione più importante”

Sedimenti. La pittura di Giuseppe Debiasi.

Con: Giuseppe Di Biasi
Copyright: SIRIO FILM
Anno: 1988
Durata: 11′

Video d’arte del pittore roveretano Giuseppe Debiasi.

(foto non presente nel filmato, fonte: www.giuseppedebiasi.it)