Documentari

Stoccafisso, tesoro delle Lofoten

“Frontiere” Rai Uno, venerdì 4 gennaio 2002, ore 22.40 va in onda lo stoccafisso.

Prosegue la realizzazione di documentari firmati Sirio Film per la Rai con la messa in onda del documentario dal titolo “Stoccafisso, tesoro delle Lofoten”.

50 minuti di immagini suggestive realizzate in Norvegia e Italia dalle telecamere Sirio Film per il programma “Frontiere”, format di seconda serata su Rai Uno.

Il racconto filmico, condotto da Petter Johannesen, norvegese che conosce e parla perfettamente l’italiano, parte da un incontro con gli amici della Confraternita del Baccalà  alla Vicentina a Sandrigo, impegnati in una riunione della confraternita. Inizia così un lungo viaggio gastronomico, alla ricerca dell’origine della tradizione del baccalà  in Italia, pietanza che fino a 40 anni fa era considerata “il mangiare dei poveri”.

Questo viaggio, ha come base di partenza un percorso, che nasce dai racconti del nobiluomo Piero Querini che nel lontano 1432 naufragòsu una delle isole dell’arcipelago delle Lofoten.

In effetti la pesca al merluzzo è nota da quel tempo, ma è solo dopo il naufragio di Querini a Roest, con i primi racconti scritti di quel periodo che è iniziato un floridissimo commercio di stoccafisso al di fuori della Norvegia.

Lo stoccafisso non si pesca,  è un prodotto che viene dal Merluzzo (Gadhus Morua), un pesce che proviene quasi esclusivamente dalle isole Lofoten al Nord della Norvegia.

Le isole Lofoten costituiscono a loro volta l’arcipelago più al nord dell’Europa, oltre il circolo polare artico. La pesca al merluzzo rappresenta pressoché l’unico lavoro fin dal 1100 per gli abitanti delle regioni più settentrionali della Norvegia. Un lavoro faticoso per il freddo, le insidie del mare spesso in burrasca, le malattie come lo scorbuto e la malinconia per i lunghi periodi fuori casa. I pescatori di un tempo erano malpagati e trattati alla stregua di schiavi.

Ora naturalmente il mondo del lavoro è progredito ed anche la pesca è cambiata.

Lo stoccafisso è direttamente collegato con lo sviluppo gastronomico della zona vicentina.